ASPETTO URBANISTICO E DEMOGRAFIA

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Il Comune di Isola del Liri ha una modesta estensione territoriale: 15,98 kmq, contro una media provinciale di 35,6 kmq, ma ha una densit� di popolazione di 800 abitanti per kmq, la pi� alta della provincia (Istat, 1991). E' certamente da attribuire a questa particolare situazione demografica l'esigenza, manifestatasi sin dal 1923, di regolare lo sviluppo urbano e la conseguente formazione di un piano regolatore nel 1927, anno nel quale l'intera regione era immersa in una stasi economica e demografica che escludeva problemi di sviluppo urbano. Nel 1923, Isola del Liri viveva, anche se in dimensione ridotta, i fenomeni ed i problemi caratteristici della citt� paleo-industriale: lo sviluppo e la trasformazione dei vecchi impianti industriali, la creazione di nuovi impianti, la necessit� di spazio ed infrastrutture connesse, i problemi di viabilit� e lo sviluppo di alcune attivit� collaterali. A tal fine, l'Unione Edilizia Nazionale predispose, nell'ottobre 1923, un piano regolatore di ampliamento della citt�, per la cui esecuzione erano previsti circa 25 anni (Piano regolatore, 1973). E' opportuno rilevare che i contenuti urbanistici del piano che attribu� una nuova dimensione strutturale alla citt� sono stati nella sostanza confermati dai successivi interventi pianificatori. Il dopoguerra con i suoi specifici problemi accentu� le problematiche legate allo sviluppo, gi� presenti prima della guerra. L'economia di Isola del Liri, polo produttivo industriale isolato del Frusinate, manifest�, infatti, subito dei problemi strutturali connessi con la monoindustria, la cui natura, come � risultato subito evidente, imponeva il rafforzamento o il ricorso a nuove interdipendenze strutturali ed alla integrazione settoriale. I problemi urbanistici, ovviamente legati a quelli economici, di conseguenza, non erano pi� affrontabili al solo livello locale, ma postulavano un allargamento di orizzonte territoriale, conseguente alle mutate dimensioni socioeconomiche dei problemi. Ad un tale allargamento di approccio si opponeva di fatto la realt� contestuale: anzitutto la visione politica dominante e la vigente struttura amministrativa, quindi un deviato senso dell'autonomia locale, ed inoltre la mancanza di adeguati strumenti urbanistici, derivante dalla inadeguatezza della legge urbanistica del 1942 che, pur avendo introdotto alcuni nuovi istituti da considerare positivi, tendeva in sostanza alla razionalizzazione del meccanismo della rendita fondiaria (Piano Regolatore, 1973). A tale meccanismo non si sottrasse Isola del Liri. L'Amministrazione comunale, pressata dai problemi di sviluppo urbano, ritenne, nel 1957, di dover affrontare la formazione di un nuovo piano regolatore generale con l'obiettivo fondamentale di orientare le direttrici dello sviluppo urbano, che aveva superato decisamente obiettivi e limiti del vecchio piano del 1927 (Paolucci, 1971). Ma l'evoluzione socioeconomica generale e i rapidi sviluppi della cultura e della prassi urbanistica degli ultimi 15 anni sono stati tali, che il piano studiato nel 1957, gi� in verit� inadeguato per impostazione metodologica al momento della sua formazione, veniva messo fuori causa prima di pervenire all'approvazione. La pianificazione comunale, pur con i gravi limiti istituzionali e strutturali che essa ha chiaramente rivelato, � da ritenere ancora una necessit� inderogabile per mancanza di concrete alternative, specie quando essa tenda ad interpretare le proprie esigenze "interne" in una chiave territoriale pi� ampia. Ci� comporta ovviamente la valutazione e l'integrazione delle proprie istanze locali con quelle pi� ampie della regione pianificabile, ambito, questo, al di sotto del quale i programmi ed i problemi non forniscono una dimensione adeguata alla osservazione ed alla soluzione dei problemi di economia dello spazio. Sembra ormai evidente che, in un corretto approccio metodologico, il quadro generale di riferimento delle scelte urbanistiche comunali debba essere il "Piano Regionale" ed in particolare le previsioni di assetto e le strategie territoriali che di esso sono parte fondamentale (Piano Regolatore, 1973). Detto quadro fornisce alle scelte e decisioni urbanistiche comunali dimensione reale e concretezza tali che, se venissero operate indipendentemente da quel quadro, esse non avrebbero, risultando velleitarie o astratte e comunque prive di valore e di fondamento economico; ci� in quanto la nuova scala dell'economia nello spazio non � in genere pi� riferibile al comune, mentre lo fu in passato. La dimensione dell'economia �, infatti, sicuramente sovracomunale e, tuttavia, essa passa inevitabilmente e per buona parte attraverso l'azione politica e operativa dei comuni. Ci�, ovviamente, anzich� togliere forza e potere politico ai comuni, fornisce ad essi l'occasione di realizzare le potenzialit� latenti che essi individualmente non potrebbero esprimere e realizzare. Le nuove proposte di legge urbanistica, in un quadro pi� preciso di attribuzioni, hanno cercato di ovviare alle carenze della pianificazione comunale con l'istanza della pianificazione comprensoriale, cio� di un livello di pianificazione riguardante ambiti operativi organici, geograficamente e morfologicamente congruenti e dimensionalmente pianificabili, comprendenti entit� territoriali di ampiezza tale da dar vita a detta organicit�, indipendentemente dalle delimitazioni comunali e soprattutto con la creazione di enti gestionali sopracomunali. Tale momento, che rappresenta un passaggio obbligato per l'attuazione dell'assetto territoriale regionale, in una urbanistica non autarchica e aderente agli obiettivi sociali e di massima pubblicizzazione delle risorse territoriali, ha finora incontrato il suo ostacolo maggiore nell'attuale consistenza della vigente struttura politico-amministrativa, che ha tolto agli enti locali la possibilit� di incidere in modo decisivo nell'attuazione dell'assetto regionale e nel superamento degli squilibri territoriali, attraverso un adeguata pianificazione. Nel caso di Isola del Liri, l'istanza ed il problema di una integrazione strutturale con i comuni vicini � di grande valenza. Il potenziamento produttivo e di sviluppo di Isola del Liri gi� travalica, in termini urbanistici, la modestissima ampiezza territoriale del comune, sicch� la scarsit� del suolo, se considerata in un'ottica strettamente comunale, verrebbe a costituire un elemento di valore decisivo, ed, in questo caso, un limite invalicabile ai fini dello sviluppo; mentre, come � facile intuire, una costruzione collaborativa con gli altri comuni della media Valle del Liri, che posseggono risorse territoriali adeguate, pu� dar vita ad una configurazione dello spazio tale da liberare i comuni dai loro limiti tradizionali di spazio, consentendo la creazione di un disegno sociale organizzativo rispetto al quale ogni ostacolo di tipo " privatistico ", e, quindi, anche strettamente municipalistico, risulta eversivo. E', quindi, necessario un approccio territoriale di tipo "federativo", che disponga, ai fini della realizzazione delle previsioni del piano regionale in termini di insediamenti e di posti di lavoro, di una adeguata libert� spaziale e, quindi, di una autorit� politico-amministrativa che abbia un reale potere di amministrare tale potenzialit� (Viscogliosi, 1976). I Comuni interessati a tale costruzione civile dovranno anticipare, nella loro azione, questo tipo di visione evoluta, ancora inesistente come fatto istituzionale. Si pu� concludere che l'attuazione di un nuovo assetto civile della media Valle del Liri non potr� corrispondere puntualmente, n� provenire dalla semplice applicazione degli strumenti di legge attualmente disponibili, mentre � sicuro che dovr� passare attraverso la individuazione e la definizione di un ambito comprensoriale che dovr� comprendere, in prima ipotesi, i territori dei comuni di Broccostella, Isola del Liri, Sora, Arpino e Castelliri, i quali dovranno riscoprire l'unicit� della loro matrice geografica, costituita dal medio corso del Liri e, su quella, compiere insieme scelte coerenti relative alla ottimizzazione delle risorse territoriali, alla definizione delle infrastrutture locali, alla localizzazione specifica degli insediamenti, cio� compiere per gradi, nella realt� fisica e socioeconomica locale, la specificazione delle previsioni generali del piano regionale. Nell'ambito di questa esigenza di allargamento fisico delle previsioni di organizzazione spaziale, significato particolare riveste il rapporto, la relazione, esistente tra i centri urbani di Isola del Liri e di Sora, per la loro interconnessione strutturale e per la loro effettiva continuit� fisica. Uno dei primi aspetti di tale problema � quello della istanza, che subito emerge, della scelta concorde della zona, o delle zone, da destinare all'insediamento industriale, data l'ubiquit� e la indifferenza della pianura attraversata dal corso del fiume Liri. Ci� consentir� di razionalizzare la organizzazione insediativa degli impianti industriali e delle residenze, secondo modelli il pi� possibile aggregati, evitando la diffusione e la eccessiva mescolanza delle attivit�, e, quindi, dell'uso del suolo, che si ripercuoterebbe negativamente sull'efficienza del sistema infrastrutturale e sull'organizzazione generale del sistema urbano. Il piano del 1957 fu adottato con delibera comunale, ma in pratica rest� poi congelato. Questa fu comunque una circostanza fortunata, in quanto lo stesso presentava parecchie carenze. Mancava allora, infatti, un quadro di riferimento socioeconomico che si � andato definendo solo negli ultimi anni. Su una situazione pluriennale di stasi progressiva e di spopolamento che investiva le zone limitrofe venne fatta un' ipotesi di sviluppo demografico che prevedeva il raddoppio della popolazione comunale nel giro di 25 anni, destinando all'espansione urbana 170 ettari, senza individuare criteri preferenziali e direttrici di sviluppo. Ed, infine, il piano era assolutamente carente riguardo al verde ed ai servizi pubblici. I principali problemi urbanistici di Isola del Liri possono essere sintetizzati nei seguenti punti: 1. Contrasto tra le istanze locali di sviluppo e l'oggettiva carenza di territorio che ne costituisce il necessario supporto fisico. 2. Necessit� di interconnessione e complementarit� strutturale tra le previsioni organizzative degli assetti spaziali di Isola del Liri e dei comuni limitrofi. 3. Connessione della struttura urbana con la struttura territoriale in formazione; adeguamento e rafforzamento dei collegamenti e delle interrelazioni con i centri limitrofi. 4. Valorizzazione della situazione topografica, idrografica e spaziale del territorio comunale. 5. Integrazione tra centro storico e le zone di recente edificazione. Il primo problema � legato alla necessit� di sopperire al dato oggettivo della carenza di territorio necessario all'insediamento intensivo e di ottimizzare, quindi, tale risorsa, evitando ogni spreco di suolo, negativo sotto il profilo economico generale, ma determinante ai fini dello sviluppo di Isola Liri. Tale obiettivo � perseguibile attraverso questi interventi: 1. La razionalizzazione dell'uso improprio del suolo fatto nel periodo di massimo sviluppo della citt�. 2. L'adozione di adeguati indici di edificazione onde conseguire l'impiego della massima potenzialit� insediativa compatibile con il rispetto dei valori ambientali naturali. 3. L'eliminazione della inutilizzazione di ampie aree urbane, provocata dalle esondazioni del fiume nelle zone altimetricamente depresse, da destinare ad una utilizzazione coerente alla loro situazione altimetrica. 4. Infine la carenza di suolo pianeggiante non disponibile in misura adeguata alle attuali esigenze insediative industriali, disponibile invece nei comuni contigui. Tutto questo induce a ritenere che si debba puntare decisamente ad una politica di rafforzamento della funzione residenziale e sulla predisposizione di attrezzature terziarie e di servizi a livello comunale ed intercomunale, lasciando impregiudicata la possibilit� di insediamento di nuove industrie in quelle parti del territorio comunale e nella misura consentita dalla modesta disponibilit� di suolo pianeggiante libero. Il secondo problema pone la duplice istanza di una collaborazione programmatica con i comuni limitrofi, quali Sora e Castelliri, e di un'oggettiva interconnessione strutturale tra le loro previsioni di organizzazione territoriale. Tale interdipendenza � in parte prefigurata dalla direttrice fondamentale Frosinone-Sora, prevista dai progetti di assetto regionale e va ricercata nelle previsioni che verranno espresse dal piano regolatore del Consorzio di industrializzazione riguardanti l'agglomerato Isolaliri-Sora. Agli effetti funzionali i due comuni diventeranno, se il processo si svolger� senza deformazioni, un'unica area di insediamento intensivo. Il processo tendenziale di fusione fisica dovr� essere ricondotto e convertito in un fatto organizzativo territoriale. A tale proposito, sembra opportuno accennare anche ai tentativi di dare luogo ad un'aggregazione politica, quale la citt� intercomunale, sostanziatisi in un referendum consultivo, tenutosi il 20.4.1991, sulla creazione di Lirinia1 , ma su questo argomento torneremo pi� in l�. Il terzo problema riguarda la necessit� della diffusione del processo di sviluppo che � destinato a diffondersi nei comuni limitrofi e che sar� tanto pi� facile quanto sar� adeguatamente programmato e supportato con adeguate infrastrutture e servizi. In questa ottica, particolare importanza assumono i collegamenti viari con Arpino e la Val Comino, i cui centri si sono indirizzati verso una politica di sviluppo principalmente basata sullo sviluppo dell'attivit� turistica. Il quarto ed il quinto problema sono direttamente connessi con gli aspetti morfologici e qualitativi della strutturazione della citt�. Essi, cio�, riguardano i tratti fisici dominanti del luogo, destinati ad influenzare ed a caratterizzare la forma urbis e le preesistenze storico culturali che debbono essere salvaguardate e volte ad animare il nuovo organismo urbano attraverso un processo di integrazione di esso con il vecchio nucleo storico. In questo quadro programmatico di integrazione, i valori ambientali di maggior rilievo sono costituiti dal sistema collinare con le sue colture, che circonda la citt� e che � da proteggere da una diffusa edificazione incontrollata; dal fiume e dalle sue sponde, che, in prospettiva, sono da restituire all'uso pubblico e che debbono costituire anche visivamente una presenza dominante nella citt�; dal dislivello tra le due parti altimetricamente differenziate della citt�, che costituiscono gi� ora un tratto fisico caratteristico di essa. Vi �, quindi, il problema della strutturazione della citt�, che, attraverso un processo sintetico di integrazione dei suddetti fatti, e, soprattutto, di salvaguardia dei valori paesistici e monumentali, deve conferire alla citt� un senso di continuit�, ed, insieme, deve attuare la nuova dimensione. Il centro storico costituisce ovviamente, in questa prospettiva e per i motivi esposti nell'apposito capitolo, l'elemento dominante, il fuoco della riorganizzazione. Vi �, infine, il problema della ristrutturazione delle aree degradate e di quelle prive di struttura e di servizi ed il problema della integrazione nella nuova struttura urbana dei nuclei di Capitino, Carnello, Selva e San Carlo. L'individuazione e la valutazione dei problemi strutturali e urbanistici del Comune, visti nel loro pi� ampio contesto territoriale, hanno delineato gli obiettivi urbanistici del Piano Regolatore Generale. Questi possono essere sintetizzati nei punti: 1. Prefigurare ed attribuire alla citt� ed al territorio comunale una struttura fisica ed un assetto spaziale che rendano possibile ed assecondino lo sviluppo previsto a breve, medio e lungo termine per l'area di Isola del Liri-Sora. 2. Perseguire, gradualmente secondo la visione organica del piano, ed in particolare, attraverso una adeguata dotazione di attrezzature di servizio ai vari livelli organicamente distribuite nel territorio, diffusi livelli di vita urbana, che attribuiscano all'area Isola del Liri-Sora ampi gradi di autonomia socioculturale (istruzione, sanit�, residenza, svago). 3. Rimuovere, nei limiti del possibile, le malformazioni e le patologie urbano-territoriale. 4. Eliminare le inefficienze prodotte da localizzazioni improprie e da un uso di mero sfruttamento delle risorse locali (il suolo, il fiume, i boschi). 5. Sopperire alle carenze dovute a reti stradali ed a tracciati inadeguati al traffico meccanico attuale e futuro prevedibile e alla carenza di una logica ripartizione delle funzioni tra i vari tipi di strade. 6. Ovviare alle carenze igienico-edilizie, dovute alla obsolescenza del patrimonio edilizio del centro storico, e quelle dei nuclei abitati di formazione spontanea (Selva, Carnello, Capitino). 7. Fare in modo che la strutturazione e l'assetto spaziale previsti dal piano avvengano in armonia con l'ambiente naturale ed agricolo e nel rispetto delle preesistenze urbane di notevole valore ambientale (che il piano si prefigge non solo di salvaguardare, ma di valorizzare). 8. Assicurare la salvaguardia e la valorizzazione dei beni naturali e paesistici ed in genere dell'agricoltura e dei boschi, e dei valori storico monumentali presenti nel Comune, con particolare riguardo alle espressioni insediative ed architettoniche aventi spiccato carattere paleo-industriale. La situazione urbanistica � oggi regolata dal piano regolatore approvato nel 1973 e integrato da strumenti di programmazione territoriale pi� ampi, come il Piano regolatore dell'agglomerato industriale Isola del Liri-Sora, basato sulle indicazioni programmatiche di sviluppo delle singole amministrazioni comunali. Certo, le ipotesi di sviluppo previste nel lontano 1968 al Convegno economico di sviluppo tenutosi ad Isola del Liri, sono ormai solo sogni. Esse prevedevano, infatti, un aumento di ben 3.000 addetti nel settore manifatturiero, se la popolazione si fosse mantenuta costante e di 6.000 nel caso di un suo aumento. Il piano, comunque, prevedeva la realizzazione di aree di localizzazione industriale, ubicate ai margini del territorio verso Sora, ai limiti estremi della piana di Sora, e verso Castelliri, in localit� Piana, da realizzarsi in collegamento con le aree limitrofe, che sarebbero dovute essere realizzati dai due comuni confinanti. Effettivamente poi i due settori furono realizzati, ma, mentre il comune di Castelliri ha realizzato l'area, quello di Sora ha preferito ubicare la sua in un'altra zona, a grave detrimento di quella realizzata dal Comune di Isola, che,. per l'insufficienza del territorio, ha incontrato grossi problemi nelle infrastrutture. Le altre aree previste, circa 100 ettari nella zona Tremoletto e in localit� Magnene, al confine con Arpino, hanno avuto altre destinazioni d'uso, anche se in effetti, rappresentavano il massimo contributo in termini di territorio pianeggiante che il Comune di Isola del Liri poteva fornire allo sviluppo dell'agglomerato industriale. Le direttive del piano del 1973 riguardanti l'asse viario sono state poi anch'esse disattese. Infatti, il famoso asse di sviluppo trasversale regionale, basato sul collegamento viario veloce Frosinone-Sora-Avezzano � rimasto solo un sogno, anche perch� le infrastrutture viarie dopo 20 anni devono essere ancora completate. La S.S. n� 82, che con la realizzazione delle autostrade sarebbe dovuta diventare un asse viario interno urbano, � ancora oggi costretta a smaltire il grosso del traffico pesante, oltre a quello urbano in continuo aumento. A livello urbano, il mancato decollo delle nuove aree industriali ha chiaramente vanificato la costruzione di assi viari di collegamento. Ancora pi� irrealistica si � rivelata la presunzione di un miglior utilizzo della ferrovia Avezzano-Sora-Roccasecca, di cui addirittura si era ventilata da parte delle Ferrovie dello Stato la soppressione, subito rientrata pi� per le proteste dei comuni della Val Roveto che per quelli della Valle del Liri Il tipo di sviluppo della citt�, avvenuto intorno agli impianti industriali che hanno costituito i veri centri di irradiazione, non ha consentito lo sviluppo di vere e proprie aree residenziali, ma piuttosto raggruppamenti casuali di edifici. La pianificazione urbanistica ha cercato, quindi, di dimensionare e distribuire opportunamente i servizi nell'ambito dell'insieme urbano, cercando di tenere in debito conto: 1. Ristrutturazione urbanistica 2. Nuova espansione 3. Conservazione e risanamento. La prima tipologia di intervento era stata prevista dal piano del 1973 per determinate zone interessate, a dire il vero, da problemi differenti. Ma tale riorganizzazione � andata del tutto disattesa, anzi nelle zone pi� marginali si � avuto uno sviluppo dell'abusivismo edilizio, non certo frenato dalle sanatorie approvate a livello nazionale che hanno finito per rendere l'utilizzo del territorio ancora pi� caotico. Diverso � stato l'esito del piano per le zone di nuova espansione. Fra queste aree, la pi� importante � senz'altro quella di San Carlo-Montemontano, dove � stata realizzato un nuovo quartiere di edilizia residenziale. Quest'area � limitata a sud dal torrente Magnene, ad est dalla linea ferroviaria Roccasecca-Avezzano, con una superficie di circa 16 ettari, in un area pianeggiante a quota 268 s.l.m e collegata alla citt� dalla provinciale di Carnello. Qui, come detto, negli anni '80, sono stati realizzati numerosi edifici dove abitano circa 1.000 persone. Purtroppo questa localizzazione � stata soggetto a numerose critiche: di natura ambientale, visto che il sottosuolo della zona � ricco d'acqua, e di considerazioni di natura demografica, visto che gli abitanti della zona provenivano tutti dal centro storico, fatto, questo, che ha causato uno spopolamento quasi totale di quest'ultimo, squilibrando demograficamente il paese. Inoltre il quartiere presenta una dotazione di servizi del tutto insufficiente all'elevato carico demografico e problemi anche dal punto di vista dei collegamenti pubblici. Il piano regolatore del 1973 prevedeva la realizzazione di un complesso scolastico, parzialmente realizzato, ma anche di attrezzature di interesse collettivo, aree verdi, campi da gioco e parcheggi, la cui realizzazione �, dopo 20 anni, ancora in alto mare. Il terzo punto riguardava essenzialmente il centro storico e prevedeva per esso una disciplina conservativa delle strutture e della forma architettonica. Purtroppo lo stato del centro storico � in questi 20 anni ulteriormente peggiorato essenzialmente per due motivi: il terremoto del 1984 e il depauperamento demografico. Gli interventi di recupero sono stati del tutto assenti, anzi gli stanziamenti previsti per la ricostruzione delle zone terremotate non sono stati affatto utilizzati. Il quartiere che doveva rappresentare la memoria storica del paese e che doveva essere utilizzato per fini culturali quali, mostre e spettacoli, giace ormai morente e dimenticato, aspettando che le amministrazioni comunali se ne ricordini. Un altro grave problema � rappresentato dalla carenza di verde che, in una societ� come quella passata, non era sentito come un problema sociale. L'esiguit� degli spazi urbanizzati rendeva, infatti, possibile riacquistare fuori-porta l'elemento naturale indispensabile, assente nella citt� "murata". Bisogna, quindi, restituire al fiume Liri ed agli altri corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale la loro vocazione naturale. Tale operazione � purtroppo ostacolata dall'abuso che dei corsi d'acqua si � fatto nel primo periodo industriale. Il piano regolatore del 1973 prevedeva alcuni punti nodali nel sistema del verde urbano. Essi sono, partendo dalla zona nord del comune:

1. il verde attrezzato del nuovo quartiere San Carlo, che doveva giungere fino al fiume Fibreno, e che � rimasto solo sulla carta, poich� i terreni previsti, hanno avuto altre destinazioni d'uso.

2. il complesso a parco, posto allo snodo fra citt� bassa e alta, costituito dalla Villa Pisani e dai parchi delle meridionali, che in effetti � rimasto quasi inalterato, ma � chiaramente inaccessibile ai cittadini.

3. il Parco di Villa Corea e le sponde alberate di localit� Remorice, protetti dal vincolo della Soprintendenza ai monumenti del Lazio.

4. il Parco pubblico, previsto dal Piano e poi realizzato in zona Via Chiastra, che di fatto resta l'unico della citt�, anche se di modesta estensione e di dubbia realizzazione funzionale.

5. ancora inutilizzato, invece, il vecchio giardino Mazzetti, la cui destinazione d'uso a Parco, data anche la sua favorevole ubicazione quasi al centro della citt�, � ormai disattesa da decenni. Tutti gli interventi previsti poi: arene, piste da ballo, sistemazione faunistica non sono stati realizzati, anzi per un certo periodo lo spazio � stato utilizzato come parcheggio a pagamento dall'adiacente Cinematografo

. 6. pi� efficace � stato, invece, l'intervento per la conservazione dell'ampio bosco comunale della Selva Alta, la cui funzione primaria rimane quella della protezione dell'assetto idrogeologico.

 

 

GLI ASPETTI DEMOGRAFICI

Anticamente il territorio nel quale oggi � situata Isola del Liri era sede di uno dei pi� bellicosi popoli dell'Italia preromana: i Volsci. Nel 1886 mentre si procedeva agli scavi per la costruzione della ferrovia Avezzano-Roccasecca, venne scoperta, in zona Nazareth, una necropoli volsca (Emery, 1935). Essa aveva una superficie totale di circa 1200 mq., con fosse di forma rettangolare e con lastre di pietra nel fondo ed ai lati. Il dominio dei Volsci, nel IV secolo a.C., si estendeva in quella parte del Lazio circondata dai Romani al sud e dai Sanniti ad ovest. L'Isola volsca appartenente allora all'agro arpinate, visse le vicende storiche della vicina patria di Cicerone e Mario, che, sul finire del IV secolo a.C., era, insieme a Sora, alleata dei Sanniti, in perenne lotta di collisione con le mire egemoniche dell'Urbe. L'abitato volsco dovette coincidere con l'attuale piano sottostante al castello. Dopo accanite lotte, alla fine, le due citt� volsche vennero, nel 305 a.C., assoggettate a Roma, ad opera dei consoli Fabio Dorsone e Sulpicio Camerino. Dopo la sconfitta, il territorio conquistato venne colonizzato da ben quattromila coloni romani. Al quel tempo il territorio di Isola del Liri era popolato da gruppi sparsi di abitanti, con una popolazione essenzialmente rurale. Rinvenimenti archeologici ci fanno individuare tali gruppi in diverse localit� denominate ancora oggi: Forli, Sangiovenale, Montemontano, Remorice. La popolazione romana che abitava la nostra terra era probabilmente la Gens Cornelia, il cui nome ricorre spesso nelle lapidi e nelle iscrizioni ritrovate (Paolucci, 1961). Per tutta la durata dell'Impero il nostro territorio segu� le sorti di Roma, che in queste nostre terre, ha lasciato un' orma indelebile. Dopo la caduta dell'Impero, nell'Alto Medioevo, Isola del Liri continu� a far parte dell'agro di Arpino e ne condivise le vicende storiche. Dopo la definitiva conquista dell'Italia, operata dalle armate bizantine di Narsete e Belisario, dopo la vittoria nella lunga guerra gotica, queste terre furono comprese nel Ducato Romano ed affidate alla giurisdizione della Badia di Montecassino nel 530 d.C. Agli inizi del VII secolo il Ducato Romano dipendeva ancora nominalmente da Bisanzio, ma de facto l'amministrazione era completamente nelle mani del Papa. Dal 689 al 731 il Ducato Romano veniva annesso al Ducato Longobardo di Benevento: infatti sia sotto il duca Gisulfo, sia sotto Romualdo II (706-731), tra i trentadue gastaldati1 in cui era diviso il Ducato, vi era quello di Sora, cui allora il territorio di Isola del Liri apparteneva. La chiesa torn� in possesso del Ducato Romano nel 756, ma le terre della Valle del Liri continuarono a far parte del Ducato di Benevento, che, nel frattempo, era stato elevato a principato. Verso il X secolo iniziarono anche le incursioni dei Saraceni, che misero a sacco anche l'abbazia di Montecassino e in tale epoca fu costruito il castello di Isola del Liri (Emery, 1935). Come avvenne in molte parti d'Europa, le popolazioni rurali iniziarono a stabilirsi intorno al castello, per giovarne ai fini della sicurezza dagli attacchi esterni. Il primo nucleo abitato di Isola del Liri venne ad assurgere tale importanza che il Gastaldo di Sora ed Arpino, Pietro I Rachis, ne dette intorno al 1010 la giurisdizione ai suoi figli. Da essi ne deriv� la denominazione "Insula filiorum Petri" che Isola del Liri conserv� fino all'Evo Moderno. Fu questa l'epoca nella quale essa si stacc� da Arpino ed inizi� ad avere una sua propria vita civica. Da uno dei figli di Pietro, stabilitosi ad Isola del Liri (secondo una ricostruzione storica comparsa su "Il Popolo" in un articolo il 3.1.1934), sarebbe nato, nel 1013, Ildebrando, che sarebbe poi diventato Papa col nome di Gregorio VII e protagonista della lotta per le investiture contro l'Imperatore Enrico IV (Serpe, 1989). Nel 1062 il normanno Rainulfo Drengot espulse definitivamente gli ultimi Longobardi ed i suoi discendenti furono, a loro volta, spodestati da Ruggero II d'Altavilla, nel 1134. All'epoca delle lotte per le investiture il Ducato visse alterne vicende finche Federico II, erede legittimo degli Altavilla, non riusc� a far valere i suoi diritti. Nel 1230, durante le continue lotte egli saccheggi� anche Isola del Liri. Morto nel 1250 Federico II, il Papa Innocenzo IV cerc� di impadronirsi del Regno di Napoli, ma fu costretto a chiedere aiuto a Carlo d'Angi�, fratello del Re di Francia, che, accolto l'invito del Papa, scese in Italia e divenne nel 1265 Re di Napoli. Poche sono le notizie sulla sorte della Valle del Liri in epoca Angioina, frequentemente scossa da sanguinose lotte di successione che ne fiaccarono la potenza, dando cos� agli Aragonesi la possibilit� di impadronirsi del Reame di Napoli. Alfonso I di Aragona concesse, nel 1440, il Ducato di Sora a Nicola Cantelmo che, tuttavia, lo tenne per poco tempo; infatti, nel 1463, Papa Pio II invi� Napoleone Orsini alla riconquista di quelle terre, che per breve tempo ritornarono sotto il governo del Papa. Ugo Boncompagni, salito al trono papale nel 1572 col nome di Gregorio XIII, acquist� il Ducato di Sora per 120.000 ducati a favore di Giacomo Boncompagni, suo figlio naturale (Viscogliosi, 1981). Il Ducato di Sora, facente a quel tempo parte del regno di Napoli, comprendeva le cittadine di Sora, Isola, Brocco e Castelluccio e dal 1583 anche Arpino, Aquino e Roccasecca. Isola del Liri, che allora veniva chiamata Isola di Sora, per la sua pittoresca posizione, fu scelta gi� dal primo duca a residenza abituale della famiglia e della corte; la Signoria dei Boncompagni segn� per Isola del Liri un'epoca di pace e di sviluppo economico, perch�, grazie agli illuminati duchi, inizi� lo sviluppo delle manifatture. I duchi Boncompagni ressero per circa 200 anni le sorti di Isola del Liri (l'ultimo Duca Antonio II, resse il Ducato dal 1777 al 1795). Dopo di loro seguirono le violenze e le distruzioni causate dalle milizie rivoluzionarie francesi, che, alla fine del XVIII secolo discesero la penisola. Dopo aver invaso il confinante Stato Pontificio, i Francesi, il 28 dicembre del 1798, passando per Castelliri, allora posto di confine fra i domini del Papa ed il Regno di Napoli, occuparono anche Isola del Liri. Tuttavia, l'occupazione francese incontr� l'ostilit� delle popolazioni locali, le quali, a dire il vero, pi� che per motivi patriottici, erano sobillate dalla propaganda Sanfedista e antigiacobina che dipingeva i Francesi come dei senza Dio nemici della propriet� privata. Ci� provoc� la reazione dei Francesi che dopo aver conquistato Castelliri si lanciarono in ripetute sortite contro la ribelle Isola del Liri, che, tuttavia, riusc� a respingere ben 2 assalti. Ma alla fine il 3 aprile del 1799 il comandante delle forze isolane, Cipriani, dovette arrendersi. Sempre lo stesso anno, per�, i Francesi, per arginare l'offensiva nel Nord Italia degli Austro-Russi, dovettero richiamare le truppe di stanza nel Sud. Cos�, quando le truppe di stanza a Napoli si trovarono a passare per Isola del Liri, trovarono la strada sbarrata e furono prese a fucilate. Allora la rappresaglia dei Francesi fu tremenda; infatti, essi massacrarono ben 350 persone che si erano rifugiate nella chiesa di San Lorenzo. Le successive vicende legate alle guerre di coalizione videro Isola del Liri nuovamente occupata dai Francesi il 22 settembre del 1806, vi sarebbero rimasti fino al 1815, l'anno di Waterloo. In quegli anni, numerosi furono gli scontri fra le truppe francesi ed i briganti Gaetano Mammone ed il famoso Michele Pezza, meglio conosciuto come Fra Diavolo. Durante il decennio di occupazione, i Francesi iniziarono una lotta implacabile contro il brigantaggio che imperversava nella zona. La riforma amministrativa che vi fu alla fine del 1806 elev� Isola del Liri al rango di Comune, (legge 16\10\1806) compreso nel Circondario di Sora e nella provincia di Terra di Lavoro. Il 28 maggio 1808 Giuseppe Bonaparte lasci� la corona di Napoli, per assumere quella di Spagna, ed il 6 settembre dello stesso anno prese il suo posto Gioacchino Murat, ex maresciallo dell'Imperatore, uomo capace e molto ambizioso. Egli fu Re di Napoli dal 1808 al 1814. Le risorse idriche di Isola del Liri, che avevano gi� consentito ai Boncompagni di attivare i primi opifici, non sfuggirono all'attenzione degli uomini venuti nel Regno di Napoli al seguito del nuovo re. Essi intuirono l'enorme possibilit� di sfruttamento della ricchezza rappresentata dall'acqua e, ottenuta la cessione degli edifici resi disponibili dalla legge sulla privatizzazione dei demani pubblici, vi impiantarono le prime moderne industrie, avviando nel paese un processo di risveglio e rinnovamento. Il primo imprenditore francese approdato ad Isola del Liri fu Carlo Lambert, che, nel 1809, vi impiant� una filatura e tessitura di pannilana; fu poi la volta di Carlo Antonio Beranger, Lefebvre, Boimond ed altri, che tanta fortuna ebbero con le loro cartiere. Intanto ancora una volta le vicende internazionali fecero sentire sulla nostra zona la loro influenza. Infatti, con la definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo anche Murat, sconfitto a Tolentino dagli Austriaci, perse la corona e sul trono di Napoli tornarono i Borbone con Ferdinando IV. Tuttavia i Borbone, nonostante avessero emanato leggi di abrogazione dei decreti emanati dai Francesi, cercarono di stimolare l'evoluzione delle industrie che posero sotto la loro protezione. Gli anni precedenti l'Unit� d'Italia videro un continuo sviluppo delle manifatture in particolar modo nel settore cartario. Nel 1860, dopo la spedizione dei Mille, Isola del Liri entr� a far parte del neonato Regno d'Italia. Furono, questi, anni molto difficili, sia per l'azione continua dei briganti che spadroneggiavano nella zona, scontrandosi di continuo con le forze dell'ordine, sia per motivi di natura economica. Infatti, venuti meno il protezionismo e le commesse dello stato borbonico, lanifici e cartiere dovettero affrontare la concorrenza degli opifici del Nord, pi� organizzati e pi� vicini ai mercati di consumo. La situazione miglior� negli anni successivi. Le industrie si stabilizzarono dopo aver subito i contraccolpi della crisi e verso il finire del secolo, l'ideologia socialista ed il sindacalismo cominciarono a diffondersi fra le masse operaie isolane. Nel 1904, l'Amministrazione comunale di Isola del Liri fu una delle prime d'Italia a cadere nelle mani del partito socialista riformistico di Turati. In quegli anni l'attivit� della Camera del lavoro e dei sindacati fu incessantemente rivolta a migliorare le condizioni di vita del proletariato isolano ed a limitare il potere della classe padronale. Il periodo fascista, naturalmente, blocc� l'azione dei sindacati e delle organizzazioni operaie e culmin� con la tragedia della guerra. Per la prima volta dal 1860 le devastazioni belliche interessarono da vicino il Comune di Isola del Liri; infatti, dopo l'armistizio di Cassibile, l'8 settembre, i Tedeschi occuparono la nostra cittadina. Ma il peggio venne quando, in seguito all'avanzata degli alleati, il fronte si stabilizz� a Cassino. Allora Isola del Liri, diventata retrovia del fronte, fu duramente colpita dai bombardamenti alleati, che miravano a colpire gli occupanti tedeschi; numerosi morti si contarono allora fra l'inerme popolazione civile. Il dopoguerra si present� subito con enormi problemi, soprattutto in campo sociale. La crisi economica mise in difficolt� numerose fabbriche che cercarono di superare la congiuntura sfavorevole con il metodo pi� semplice: i licenziamenti. Nel febbraio del 1949, inizi� un periodo di aspra contesa sociale con uno sciopero alle Cartiere Meridionali dei quasi 1.000 operai che vi lavoravano, che protestavano contro 150 licenziamenti previsti dall'azienda. Durante 15 giorni di occupazione vi furono numerosi incidenti con la polizia, ma alla fine i licenziamenti rientrarono, con una grande vittoria degli operai. Ancora, nell'ottobre-novembre del 1952, un altro sciopero che dur� ben 34 giorni, questa volta, per�, si rivel� per i sindacati un insuccesso. Gli anni dell'immediato dopoguerra furono segnati anche dal radicalismo politico con un dominio delle sinistre quasi incontrastato, ancora alle elezioni del 6 novembre 1961, P.C.I. e P.S.I., allora alleati, ottennero quasi il 72,6% dei voti ( Paolucci, 1961). Gli ultimi decenni, hanno seguito fedelmente le vicende che su pi� grande scala hanno interessato l'Italia: la stagnazione economica con la crisi ormai irreversibile delle industrie, il crollo delle ideologie e della contrapposizione politica: basti pensare che dopo quasi 40 anni di giunte rosse, nel 1990 il sindaco � stato un democristiano, mentre, nelle elezioni del 21 novembre 1993 � stato eletto sindaco il Senatore del Movimento Sociale Italiano, Bruno Magliocchetti.

 

La dinamica della popolazione

Il fattore demografico, unitamente all'ambiente fisico, � di fondamentale importanza per la comprensione dei problemi economici e sociali di un territorio e di una collettivit�. La popolazione �, infatti, l'elemento attivo che contribuisce a modificare l'ambiente naturale ed �, ad uno stesso tempo, soggetto ed oggetto dell'attivit� economica e causa determinante ai fini dell'ordinamento sociale. Sin dall'antichit� gli esseri umani hanno sentito l'esigenza di conoscere lo stato della popolazione, di qui � nata l'esigenza di espletare a ricorrenze fissate un accurata indagine, sono cos� nati i Censimenti. Prima di esaminare i dati dei vari Censimenti post-unitari, � opportuno accennare brevemente allo sviluppo della popolazione prima del 1861, ricollegandosi soprattutto ai vari avvenimenti storici . Il destino dei vari centri urbani nel Medio Evo fu legato alla necessit� della difesa dalle continue guerre e invasioni. Ad Isola del Liri questa necessit� fu fronteggiata grazie all'aiuto delle acque del fiume Liri. Infatti il nucleo originario del paese � completamente situato nell'Isola naturale realizzata dalle acque del Liri e sovrastata dall'imponente mole del castello cinquecentesco Boncompagni e dalla torre risalente al lontano 1200. Le prime notizie documentate sull'entit� della popolazione risalgono al 1532, e ci dicono che, in base alle tasse pagate, la popolazione ammontava a circa 133 fuochi2, mentre nel 1545 si contano 138 fuochi , nel 1561 156 fuochi, nel 1595 192, nel 1669 198 fuochi e infine nel 1737 circa 186 fuochi (Carbone,1971). Ulteriori dati sempre provenienti dai registri delle tassazioni, evidenziano nel 1794 una popolazione di 2.568 abitanti e da questo momento in poi per lo sviluppo industriale, la popolazione and� via via aumentando (Carbone, 1971). Alle fabbriche di panni e di carta straccia gi� esistenti nella zona, si aggiunsero una rameria, una fabbrica di drappi di lana e alcune industrie artigianali per la lavorazione della seta, create dai duchi Boncompagni. Un simile sviluppo economico port� un notevole incremento demografico e una caratterizzazione economica sempre pi� spiccata (Viscogliosi, 1976). Nel 1861 venne fatto il primo Censimento unitario, cui poi ne seguirono altri con cadenze decennali, con due eccezioni, nel 1891 e nel 1941.

L'andamento storico della popolazione registra fino al 1991 un costante aumento della popolazione piuttosto sensibile negli anni '80 del 1800, che continua ininterrotto fino al 1951. Sono, questi, gli anni del grande boom demografico della popolazione europea e l'aumento, almeno per ci� che concerne Isola del Liri, non risente nemmeno dei vuoti demografici delle due guerre mondiali. La popolazione passa in novant'anni dalle 4.807 unit� del 1861 alle 12.550 del 1951, con un aumento percentuale del 261%. A tale vertiginoso aumento, oltre che il trend internazionale, contribu� sicuramente l'attrazione che le industrie di Isola Liri ebbero sulle zone circonvicine. Una buona percentuale di questi aumenti, quindi, pi� che all'accrescimento naturale della popolazione, fu dovuto ad una corrente migratoria, che dai paesi vicini si diresse verso Isola del Liri. Nel contempo, invece, minima fu la percentuale degli Isolani che emigrarono, in un periodo che, invece, vide forti correnti migratorie dirigersi da quasi tutta la provincia, in particolar modo, dalla Val Comino e dalle zone montuose, pi� in generale, verso l'estero, specialmente nelle Americhe e in Francia. Gi� nel 1931, in piena epoca fascista, in un periodo fortemente segnato economicamente dalle sanzioni e dalla grande depressione, ad Isola Liri troviamo ben 2.083 addetti all'Industria, con una percentuale del 48,6% di tutta la popolazione attiva. Il IX Censimento del 4 novembre 1951 attesta una notevole crescita della popolazione, un saldo positivo di circa 2.354 unit� rispetto all'ultimo Censimento d'anteguerra. Evidentemente, dopo le distruzioni ed i danni morali e materiali la voglia di ricostruzione si era fatta sentire. Le rilevazioni del X Censimento, tenutosi nel 1961, registrano, invece, un calo di popolazione di circa 400 unit� (3,4%), senz'altro da ascrivere alla difficile situazione economica del dopoguerra. Sono, anche questi, anni di emigrazione ed infatti, in quasi tutti i comuni della provincia, si segnalano perdite di popolazione, dovute alla forte emigrazione, stavolta non solo diretta verso l'estero, ma anche interna con direzione Roma e Italia settentrionale. La consistente diminuzione si pu� senz'altro ricollegare alla grave crisi che colpisce il settore cartario, il cuore del sistema produttivo isolano, provocata dall'esaurimento delle riserve legnose. Consideriamo ora il movimento demografico dal Censimento del 1961 al Censimento del 1971. Ad Isola del Liri, la popolazione tende a riacquistare un certo equilibrio, grazie alla rinnovata vitalit� economica del settore cartario, ed, infatti, si registra un aumento della popolazione di circa 236 unit�, con un incremento percentuale del 1,9%. I rilevamenti demografici dei due Censimenti successivi, 1981 e 1991 registrano, almeno per Isola del Liri, aumenti minimi e decrementi che portano la popolazione ad assestarsi sui 12\13.000 abitanti circa (nel 1991 si raggiungono le 12.974 unit�), mentre il resto della provincia continua a crescere, specie i centri maggiori, in particolar modo Frosinone e Cassino, che beneficiano, tra l'altro, in questo periodo, di grandi investimenti economici. La situazione demografica ad Isola Liri, quindi, non subisce grandi mutamenti, soprattutto perch�, pi� che per la stagnazione economica seguita alla crisi delle industrie, si arriva ad una vera e propria saturazione del territorio che, vista la sua esiguit�, non offre pi� aree edificabili. Possiamo adesso esaminare i rilevamenti degli ultimi anni, tenendo presente che quelli del 1991 sono dati ufficiali dell'Istat, mentre quelli del 1990, 1992, 1993, sono rilevazioni del Ufficio Anagrafe del Comune. Il comune di Isola del Liri secondo il Censimento ufficiale del 1991, ha una popolazione residente di circa 12.794 abitanti, dei quali 6.180 maschi, raggruppati in 4.354 famiglie con una densit� di circa 800 abitanti per kmq (Istat, 1991). La distribuzione fra la popolazione residente nel centro urbano vero e proprio e quelle residente nelle altre localit� � la seguente: 

I dati relativi a questi ultimi quattro anni esaminati rivelano quanto gi� detto in precedenza, e cio� che la popolazione si mantiene su livelli abbastanza costanti contenuti entro lievi oscillazioni che non superano le 50 unit� (1990-13.028 ab, 1993-12.927). Questo perch� il saldo totale si mantiene costante, il numero delle nascite � abbastanza contenuto, segno dell'adeguamento ai trend nazionali ed europei (anzi i saldi naturali sono negli anni esaminati sempre negativi anche se in misura limitata). Questo comportamento demografico "moderno" � testimoniato anche dal basso numero di componenti medi per famiglia che si aggira sulle 2.6/2.7 unit� (Istat, 1991). Anche il saldo emigrazione-immigrazione registra lievi oscillazioni sebbene tendenti al negativo. La presenza di correnti emigratorie � legata soprattutto allo spostamento di residenza verso i comuni vicini a causa della difficolt� di reperire alloggi liberi all'interno del comune che, come detto, ha una densit� abitativa molto alta.Possiamo, adesso, esaminare i rilevamenti degli anni che vanno dal 1961 al 1994, tenendo presente che quelli dei Censimenti decennali dell'ISTAT, basandosi su rilevazioni con cadenza autunnale, differiscono da quelli dell'Ufficio Anagrafe del Comune, i cui dati sono aggiornati con scadenze mensili. Dopo tale necessaria avvertenza possiamo passare ad un'analisi dei dati della tabella 2.3. In particolare, prendendo in esame gli ultimi cinque anni (ma il ragionamento pu� essere esteso all'intero periodo '61-'94), si conferma quanto detto in precedenza, e cio� che la popolazione si mantiene su livelli abbastanza costanti, di poco inferiori ai 13.000 abitanti, le cui oscillazioni, in aumento o in diminuzione, non superano le 200 unit� (nel 1990 si ha un massimo di 12.958 abitanti contro un minimo di 12.776 nel 1992, per salire nuovamente a 12.804 nel 1994). Questo perch� il saldo totale si mantiene costante, il numero delle nascite � abbastanza contenuto, segno dell'adeguamento ai trend nazionali ed europei. I dati relativi al movimento naturale della popolazione (Tab.2.3.) evidenziano, inoltre, una costante diminuzione del numero dei nati, che, nel periodo considerato, va dai 200 nati circa degli anni 60 ai soli 95 nati del 1993. Il numero delle morti si mantiene, invece, costante intorno al centinaio, con breve oscillazioni dovute a cause contingenti. Anche il numero degli emigrati e degli immigrati non registra differenze degne di nota, e ugualmente le differenze annuali sono dovute a motivazioni contingenti. Il saldo fra il numero degli emigranti e quello degli immigrati presenta oscillazioni contenute fra il -121 del 1971 ed il +133 del 1962. Questi valori dimostrano la mancanza di flussi considerevoli di entrata o di uscita. La stessa popolazione residente dimostra questa situazione di stallo demografico, nel quale. abbiamo visto, l'unico dato mutato � stato il numero dei nati vivi.  I dati relativi alla popolazione residente mostrano come nei comuni limitrofi ad Isola del Liri l'andamento della popolazione registri una crisi piuttosto forte negli anni '60 e '70 e poi una sostanziale ripresa, anche se i valori di accrescimento non sono altissimi, ma consentono almeno in parte di recuperare le perdite subite. Sensibili, invece, sono gli aumenti registrati da Frosinone (+54,2%) e soprattutto da Cassino (58,7%) che sono la prova evidente della vitalit� economica dei due centri. Ritornando ad occuparci di Isola del Liri, l'analisi dei dati, offerti dai Censimenti della popolazione e relativi al periodo 1961-1991, offre importanti informazioni su tutti gli aspetti demografici. Le rilevazioni ISTAT adottano differenti criteri di classificazione per il Censimento del 1961 rispetto a quelli dei rimanenti anni. Tale differenza permane, nella disamina che andiamo ad affrontare, solo per la prima classe di et� del 1961, il cui limite superiore � fissato a 6 anni, a differenza di quella degli altri anni dove � fissato a 5. Mentre tutte le altre classi di et�, dei quattro Censimenti presi in esame, sono state rese omogenee, mediante un processo di aggregazione che i metodi, usati dall'ISTAT, consentivano. Inoltre, per permettere una pi� chiara lettura delle tabelle, che in tale sottoparagrafo verranno riportate, avvertiamo che si intende sempre escluso il limite inferiore di ogni classe di et�.

La struttura della popolazione presenta una situazione demografica comune ai paesi che hanno un comportamento demografico cosiddetto maturo; infatti le classi di et� pi� numerose in percentuale sono quelle medio-alte, mentre le percentuali pi� basse si riscontrano nelle classi di et� al di sotto dei 15 anni. Si riscontra, quindi, una bassa natalit� e una bassa mortalit�; il 7% della popolazione ha, infatti, pi� di 75 anni ed in particolar modo le donne ultrasettantenni sono quasi il doppio degli uomini. Per quanto riguarda la divisione della popolazione in sesso e stato civile, relativamente al 1991, il numero delle donne prevale di poco su quello dei maschi (6.614 contro 6.180). Esse rappresentano, quindi, il 51,6% della popolazione totale. Per ci� che concerne invece lo stato civile, i celibi ammontano a 2.629 unit� ed i coniugati a 3.353 (di cui 48 risultano per� separati e divorziati), a questo numero si devono aggiungere anche 160 vedovi. Per ci� che riguarda le donne si annoverano, invece, circa 2.316 nubili e 3.338 coniugate (di cui 76 divorziate e separate e 848 vedove). Interessante � anche la situazione della consistenza numerica dei gruppi familiari (riportata nella fig.2.7). Prevalgono le famiglie con quattro componenti (26% del totale), il cui modello base � rappresentato dal nucleo composto da due genitori e da due figli. Meno consistenti dal punto di vista numerico sono le famiglie con pi� di 4 componenti, rappresentano, infatti, solo l'11.5%.


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